Bpm sta per battiti per minuto, e sono una unità di misura di frequenza, utilizzata principalmente per l'indicazione metromonica in musica e per la misura della frequenza cardiaca.
A volte viene utilizzata impropriamente l'espressione battute per minuto, ma questa è imprecisa in quanto il termine battuta indica la serie metrica compresa tra le stanghette del rigo musicale (misura) e non quindi necessariamente un singolo battito.
L'indicazione bpm, in musica, è sostanzialmente un sinonimo (di derivazione anglosassone) dell'indicazione MM (acronimo di Metronomo Mälzel). Ad esempio 60 bpm indica una frequenza di 60 battiti o pulsazioni al minuto, ovvero uno al secondo, e sono quindi equivalenti a 1 Hz.
In musica classica tradizionalmente si utilizzano indicazioni di andamento come allegro o lento (che comunque hanno un corrispettivo indicativo metronomico) e solo raramente si utilizza l'indicazione a tempo seguito dai bpm (o più correttamente MM).
Nella musica contemporanea è molto più frequente trovare l'indicazione dei bpm.
I bpm divennero molto importanti del periodo della disco music perché era fondamentale per i DJ per poter mixare i brani con un tempo compatibile; rimangono quindi molto utili nella musica da discoteca come la dance o la musica elettronica.
Esempi di tempi indicativi per generi musicali moderni:
- Dub: 50 - 90 bpm
- Hip-hop: 70 - 120 bpm
- House music: 110 - 140 bpm
- Dance: 120 - 145 bpm
- Trance: 125 - 150 bpm
- Disco music: 110 - 140 bpm
- Drum'n'Bass: 160-185 bpm
- Hardcore: 160 - 250 bpm
- Extreme Metal: 200 - 300 bpm
- Speedcore: 200 - 1000 bpm
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